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L'omaggio di Nadir Garofalo a Debussy

Composto in occasione del centenario della morte di Claude Debussy, l’Interlude dans le soir – d’après l’après-midi d’un faune è un brano per 12 esecutori (fl. – ob – cl. – cr. – 2 perc. – pf. – 2 vni – vla – vc. – cb.) che descrive un ipotetico seguito del pomeriggio del Fauno, “risvegliandolo” dal sogno in cui l'autore lo ha lasciato, 123 anni fa. L’idea iniziale di Debussy comprendeva la stesura, oltre che del Prélude, anche di un Interlude e di una Paraphrase finale. Non sembra, ad oggi, che la scelta sia poi ricaduta solo sul primo per ragioni “narrative”; sappiamo, infatti, che sin dal principio Debussy si propose di realizzare non tanto una sintesi, ma un’illustrazione molto libera di quelle impressioni fuggitive: così fece. Con la medesima libertà, in questo “Interludio serale”, tre quadri a tinte impressioniste (Le Rêve, Nymphes de pluie, Mort petite) provano a svelare il mistero pomeridiano dell’esistenza (per usare un’espressione di V. Jankélévitch), ma senza anticipare il mistero notturno del nulla, proiettando nuove ombre, nuovi chiaroscuri e, per questo, nuovi orizzonti d’attesa sul mito del Fauno. 

La partitura è preceduta da una necessaria introduzione in lingua inglese e italiana che spiega la genesi concettuale di questa “ricognizione”, parla con semplicità e chiarezza dell’universo debussyano, accompagnando per mano il musicista o l’amatore all’interno della musica che segue.


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